Genius loci: un sogno a 500 anni

Il modo in cui la vite cresce seguendo il filare assomiglia molto, per certi versi, all’intreccio che si è sviluppato nel corso dei millenni tra questa pianta affascinante e l’uomo, creando a sua volta un’immagine simbolica dell’indissolubile legame tra la terra e l’umanità.

Si dice che l’anima di un luogo risieda nell’unione tra le bellezze naturali del territorio e le persone che lì vivono, da trasmettere generazione dopo generazione insieme a tradizioni, saperi e conoscenze. A Solomeo, il “genius loci” racconta una storia antica, che ritrova la sua identità nell’armonia delle colline che dolcemente cedono il passo alle terre pianeggianti e rigogliose, nelle strade silenziose del borgo antico, nell’animo accogliente delle persone e nei campi coltivati circondati da boschi e olivi. Il vigneto non poteva che nascere qui, sul fianco dolce della collina dove con lo sguardo è possibile abbracciare Solomeo e il Parco Agrario.

A ispirare tutto, un sogno per i prossimi 500 anni: prendersi cura oggi delle piante per far sì che il vigneto rimanga intatto nei secoli a venire. Coltivare il presente secondo natura, con amore e rispetto, per far crescere radici forti e longeve.

 

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Coltivare “secondo natura”

I filari del vigneto si muovono sinuosi come linee ondulate che circondano le due fontane centrali coronate da alti cipressi. Visto dall’alto, questo disegno richiama l’immagine delle increspature concentriche che si espandono sulla superficie dell’acqua: un’immagine evocativa che richiama la bellezza e l’armonia che il Creato infonde in ogni cosa. 

Impiantato nel 2011, il vigneto si estende su una superficie di cinque ettari in cui si alternano tre tipologie diverse di suolo, ciascuna abbinata con accuratezza ad uno specifico dei vitigni coltivati.

Le lavorazioni “artigianali”, eseguite con tecniche rigorosamente manuali, seguono ritmi e processi che rispettano le necessità e le peculiarità del terroir, del clima e delle piante. Una filosofia “secondo natura” che mette la tecnologia al servizio del raggiungimento della più elevata qualità, grazie all’armonizzazione costante di scienza, coscienza ed esperienza umana.

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Longevità e rarità: come nasce Castello di Solomeo

Ogni fase del processo, dalla potatura alla raccolta fino alla vinificazione, si svolge tra i filari del vigneto “giardino” e la cantina. Una lavorazione integrata che ha lo scopo di valorizzare al meglio le qualità uniche delle uve, espressione di quel perfetto equilibrio tra complessità, rarità e longevità che solo la natura può creare. 

 

La peculiarità del terroir permette alle uve di esprimere al massimo le proprie caratteristiche dando vita ad un vino corposo dall’animo gentile. Castello di Solomeo nasce così dall’unione delle raffinate uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese: un vino dal bouquet dalla grande struttura ma allo stesso tempo equilibrato e longevo, la cui complessità aromatica è pensata per non prevalere sulla morbidezza. L’avvolgenza e la corposità si fondono alla parte tannica per esprimere volume e rotondità al palato, denotandone l’aspetto gustativo estremamente vellutato e persistente. La vista dell’intenso colore rosso rubino anticipa le calde note olfattive speziate, balsamiche, che richiamano l’immagine di frutti rossi polposi ed eleganti.